lunedì 23 novembre 2009

LUNEDI’:
Parliamo di sabato?
Lui non si era più fatto vivo.
Lei, con un po’ di tristezza, aveva lasciato correre.
Alle nove e mezzo di sera, cena elegante, tonno con sesamo in tavola. Lei infila il primo boccone in bocca e dice: “Squisito!” Ed era squisito. Le arriva un sms.
Lo legge e arrossisce leggermente. Vedo che fa fatica a continuare a mangiare. Con sforzo finisce quello che ha nel piatto, poi mi lancia un’occhiata che è una richiesta di aiuto, si alza per andare in bagno. Dopo un minuto la seguo, c’era scritto: “Stasera grande lite. Solo per i 2 piccoli rimango qui. Ti amo.”
Sapete cosa mi ha detto la disgraziata? “Povero tesoro, là solo con quella carogna, e ha trovato il tempo di mandarmi un pensiero. Vorrei tanto poter essere con lui.”
Le notizie di oggi?
Sappiate che la lite era nata per un attacco di invidia che la suddetta moglie di lui si portava dietro da venerdì sera, a cui era seguito una finta scena di disperazione condita da “nessuno mi ama, non valgo niente, neanche tu mi ami” che lui ha placato con carezze, conforto e sesso.
E lei? Lei che era stata tutta la domenica con il cuore in gola, che aveva pianto pensando a lui, mentre lui allegramente a pranzo fuori con la famigliola dopo aver fatto la sua bella scopata del sabato sera.
Non è una bella trama per un libro della Bertola?
E io, l’amica, devo permettere che la trattino così, tacere e non farle capire quanto questo la meni per il naso, prima litiga e allora le manda l’sms che significa, “male che vada c’è l’altra scema”, poi si risistema tutto e alla scema chi ci pensa più. Simbiosi totale per un intero giorno, in cui non c’è più tempo di mandare notizie.
No, l’amore non è questo, l’amore è passione e disperazione, desiderio di sentire e sapere, voglia spasmodica di essere insieme. Lui neanche le ha chiesto di vedersi a pranzo, pur sapendo che questo è sempre possibile.
Basta, mia cara amica, a te ora ci penso io. La vendetta sarà tremenda, e poi dopo mi ringrazierai.